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Tenuta dell’Ornellaia

Nobiltà Toscana

Padri Fondatori Bolgheri

Con centinaia di anni di storia enologica alle spalle, i Marchesi Antinori e i Marchesi Frescobaldi sono le protagoniste indiscusse del mondo del vino italiano oltre che del commercio, dell’arte e della cultura fin dal medioevo. Queste due famiglie hanno legato il proprio nome alla Toscana vitivinicola e alle etichette italiane più iconiche e celebrate nel mondo.

La storia del Solaia per esempio è a firma Antinori, così come la nascita del Sassicaia è indissolubilmente legata ai cugini di Piero Antinori: le famiglie Incisa della Rocchetta e i Della Gherardesca. Ornellaia ha una storia particolare che vede entrambe le famiglie unite a questa tenuta.

Tutto inizia con il fratello di Piero, Lodovico Antinori, vero e proprio artefice del successo di Masseto e di Ornellaia – una tenuta sul versante opposto del vigneto Sassicaia – che in origine contava 45 ettari e che prendeva il nome da un boschetto di ornelli.

Un estratto dal libro “Il Sassicaia e i suoi compagni” di Aldo Santini, editore Maria Pacini Fazzi, 1998: “Il marchese Lodovico Antinori è assai diverso dal fratello Piero. Non tanto fisicamente, ma per temperamento, per carattere, per ossatura culturale. Non solo perché dice di essere un sangue misto, vecchia Toscana e giovane linfa americana. Non solo perché ha corso l’avventura più del padre Niccolò, e questo spiega già molto, vivendo nel Laos la realtà della guerra, da fotogiornalista (è esatto, marchese?) con un lasciapassare del re, l’ingegnere Suvanna Phouma. Non solo perché ha girato gli Stati Uniti da costa a costa, imparando i segreti del commercio vinicolo alla dura scuola di Richard Blumenthal. Il direttore della Julius Wile Sons & Company, l’onnipotente società che importa negli USA vini e liquori europei. Non solo perché, come racconta Veronelli che lo ha conosciuto a New York, sedeva ai tavoli del ristorante Le Cirque di Sirio Maccioni, ogni sera con la donna più bella, da autentico tombeur de femmes. Non solo perché, mentre Piero s’imponeva nel Chianti meritandosi, con l’inedito uvaggio Sangiovese-Cabernet del Tignanello, il titolo di rinnovatore del vino toscano e diventava il personaggio numero uno della viticultura nazionale, lui incantava gli americani riuscendo a trasformare l’immagine della casa Antinori e, di conseguenza, rivalutava le sue etichette nel tariffario statunitense. In questo, almeno, l’attività dei due fratelli coincideva pienamente. Ma è stata proprio la lunga esperienza accumulata negli Stati Uniti, la sua conoscenza approfondita del mercato americano, a spingere Lodovico nella direzione opposta a quella mantenuta nei secoli dalla casa madre, e a scegliere la qualità assoluta realizzando pochi vini da sballo (o di “nicchia” come dicono gli esperti) invece della buona qualità mediata producendo molti vini. […] Lodovico, al contrario, finito di correre l’avventura, e superata la tentazione di piantare le radici in California, nella Napa Valley, decideva di tornare nella terra dov’era cresciuto, a Bolgheri, mettendo a frutto il suo eccezionale bagaglio e di operare in proprio da artigiano di lusso. Usciva dalla casa Antinori, conservando una carica onorifica e un piccolo pacchetto azionario, e creava un’azienda con la partecipazione paterna, da condurre seguendo esclusivamente le proprie idee, cercando i collaboratori fuori dagli ambienti tradizionali” 

Piero e Lodovico

Lodovico è originale, imprevedibile e da subito si discosta dalle tradizioni e dal comune pensare italiano e toscano: assume l’enologo russo André Tchelistcheff, padre dell’enologia in Napa Valley, costruisce una cantina futuristica, vetro, legno e acciaio, perfetta per accogliere un grande flusso di persone. Come lo zio, Mario Incisa della Rocchetta, pianta Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot.

La prima annata di Ornellaia – solo per il mercato giapponese – è il 1984, mentre la prima annata ufficiale è l’anno dopo, 1985: un blend a forte trazione bordolese con 90% di Cabernet Sauvignon e 10% di Merlot. Oltre a Ornellaia, Lodovico, sviluppa il progetto di un Merlot in purezza, ispirandosi a Pomerol, e nel 1988 viene imbottigliata la prima annata del Masseto. Il successo fu immediato e volano anche per il primogenito Ornellaia.

Ornellaia

Gli anni 90 sono caratterizzati da grandi cambiamenti sia dal punto di vista enologico, sia dal punto di vista societario. A Tchelistcheff si affianca la consulenza di Federico Staderini, e dell’ungherese Tibor G’Al. Ornellaia 1998 viene consacrato vino dell’anno nel 2001 da Wine Spectator e Lodovico Antinori vende una parte della proprietà alla famiglia Mondavi – produttori in Napa Valley di uno dei vini più iconici del nuovo mondo vitivinicolo, l’Opus One. Pochi anni dopo, Robert Mondavi, coinvolge la famiglia Frescobaldi all’interno della Joint Venture per poi nel 2005 vendere agli stessi Frescobaldi l’intera proprietà dell’Ornellaia e Masseto.

Attualmente il presidente di Ornellaia è il Marchese Ferdinando Frescobaldi, CEO è Giovanni Geddes da Filicaja dal 1999, mentre Axel Heinz è il Direttore della tenuta: 97 ettari vitati, tra uve rosse e bianche, divisa in due blocchi, con la zona storica Ornellaia e quella di più recente costituzione Bellaria, con differenti vitigni Sono diverse le etichette prodotte nella tenuta Ornellaia: Le Serre Nuove dell’Ornellaia – il second vin dell’azienda – è un blend stile bordolese con Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e una piccola parte di Petit Verdot. Tradizionalmente, questo vino presenta una percentuale maggiore di Merlot rispetto alla miscela Ornellaia Bolgheri Superiore. Il terzo vino, Le Volte dell’Ornellaia, è l’unico vino rosso dell’azienda che presenta il Sangiovese insieme con Merlot e Cabernet Sauvignon. Variazioni in rosso dell’Ornellaiaè un blend con Montepulciano, Merlot, Petit Verdot, Cabernet Sauvignone Cabernet Franc.

Vigneti Ornellaia

Per quanto riguarda i bianchi, la punta di diamante è rappresentata dall’ Ornellaia Bianco ottenuto da Sauvignon Blanc con una piccola parte di Viognier. Il second vin bianco della tenuta è Poggio alle Gazze dell’Ornellaia, e comprende anche parti di Vermentino e Verdicchio. Il vino dolce è l’Ornus dell’Ornellaia, un Petit Manseng al 100% da vendemmia tardiva.

Il vino di punta è il celebrato Ornellaia Bolgheri Superiore. È un blend a prevalenza Cabernet Sauvignon insieme a Merlot, Cabernet Franc e una parte di Petit Verdot. La vinificazione di Ornellaia, avviene in tini di legno e una parte in acciaio. Ogni varietà è vinificata separatamente e il mosto ottenuto è travasato in barrique di rovere francese dove avviene la fermentazione malolattica. Dopo 12 mesi di maturazione in barrique dei diversi vini base, viene effettuato l’assemblaggio finale. Il blend ottenuto è posto in barrique dove sosta per 12 mesi. Segue un anno di affinamento in bottiglia. È prodotto mediamente in 150.000 unità annue

Nel maggio 2009, Ornellaia ha avviato il progetto Vendemmia d’Artista. Questo progetto prevede la collaborazione annuale con diversi artisti contemporanei. All’artista viene commissionata la creazione dell’etichetta ispirati all’annata e alla filosofia produttiva dell’enologo Axel Heinz

Axel Heinz-Giovanni Geddes da Filicaja-Ferdinando Frescobaldi

 

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