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Château Lafite Rothschild

Il più bel vigneto del mondo

 Cha╠éteau Lafite Rothschild cantina

 

“Lafite è nella nostra famiglia da 150 anni. Generazione dopo generazione, nella tenuta ci siamo amati, rilassati, e ubriacati di gioia e dedizione. È facile capire perché: per l’eleganza del suo vino, delle sue dolci colline e della sua luminosità”.

“Lafite incanta con il suo fascino miracoloso capace di ammaliare chi passeggia tra i vigneti, chi si sofferma nelle cantine, chi visita il castello, e ovviamente chi beve il vino”.

 

 

Bordeaux, Haut-Medoc, Pauillac.

Château Lafite Rothschild è il signore indiscusso della terra ghiaiosa di Pauillac.

Primo tra i primi nella storia dei Premiers Grand Crus classés nel 1855 e definito – nella famosa classificazione – come “miglior zona da vino del Medoc”.

 

IERI

“Lafite” deriva dalla termine guascone “La Hite” tradotto in “collina, piccola montagna”, e indicava un complesso di edifici posti sopra un dolce promontorio a Pauillac. Nel 1234, leggiamo di un certo abate al monastero di Vertheuil, a nord del comune, di nome “Gombaud de Lafite”.

Nel XVI secolo, dopo la morte del nobile Joseph Saubat de Pommiers, la vedova Jeanne de Gasq, sposò nel 1670 il notaio Jacques de Ségur, portando in dote proprio il complesso di Lafite. All’epoca esistevano già piccoli vigneti, ma solo tra il 1670 e il 1680 furono piantati vigneti su scala più ampia. Il terreno non lontani chiamato “Clos de Mouton” divenne in seguito Château Mouton. Il figlio Alexandre de Ségur sposò nel 1695 Marie-Thérèse de Clauzel, erede di Château Latour. In questo periodo, tre dei quattro Premiers Crus classificati nel 1855 appartenevano quindi alla medesima famiglia.

Château Lafite Rothschild 2

Il primo vigneto produttivo risale agli inizi del 1700, prova ne è il ritrovamento di una bottiglia del millesimo 1707. Il vino Lafite prodotto in quegli anni era destinato, oltre che in Francia, anche in Inghilterra. Illustre estimatore era il Primo Ministro inglese Sir Robert Walpole, che ordinava una barrique di Lafite ogni tre mesi. In quegli stessi anni, in terra francese, un medico prescriveva il vino di Lafite al maresciallo Richelieu, indicandolo come “il migliore e più piacevole dei tonici”. Dopo un lungo viaggio con il maresciallo, il Re Luigi XV gli sembrò che Richelieu dimostrasse 25 anni in meno rispetto alla partenza. Quest’ultimo osservò: “Ho trovato la famosa fonte della giovinezza. Il vino di Château Lafite è un nobile tonico, delizioso e paragonabile all’ambrosia degli dei dell’Olimpo”. Questo significò la fornitura del vino a tutta la corte di Francia. Anche Madame Pompadour, l’amante reale, serviva il vino Lafite nelle sue cene intime.

Alla morte del Marchese Ségur, la proprietà fu divisa tra le quattro figlie: Lafite passò al Comte Nicolas Marie Alexandre de Ségur, figlio della figlia maggiore del Marchese che lo vendette nel 1784 a Nicolas Pierre de Pichard, primo presidente del Parlamento di Bordeaux. Il dominio della famiglia Ségur sulla tenuta ebbe fine con la Rivoluzione francese e inevitabilmente con la ghigliottina: Nicolas Pierre de Pichard fu condannato a morte dal regime rivoluzionario il 30 giugno 1794.

Seguirono anni con innumerevoli cambi di proprietà, fino al 1868. L’8 agosto viene svolta un’asta per l’acquisto di Château Lafite. L’offerta vincente fu fatta dal banchiere parigino James de Rothschild per la somma di 4,8 milioni di franchi. James era uno dei cinque figli di Mayer Amschel Rothschild, il fondatore della dinastia Rothschild, di cui costituì la principale linea francese. Il nuovo proprietario aggiunse il proprio nome e chiamò la tenuta Château Lafite-Rothschild.

Tra l’altro, il genero e nipote Nathaniel de Rothschild, aveva già acquistato Château Mouton-Rothschild 15 anni prima. La banca Rothschild di Parigi risiedeva in “Rue Laffitte” e, secondo la leggenda, questo fu uno dei motivi dell’acquisto.

“Carissimi nipoti – scriveva il Barone nel 1868 – grazie per gli auguri per l’acquisto del vigneto. Spero che con l’aiuto di Dio saremo in grado di bere vino insieme e brindare la nostra buona salute”.

Château Lafite Rothschild 1

Gli anni successivi furono tra i più difficili e tragici non solo per Château Lafite-Rothschild ma per l’Europa intera. La fillossera, la peronospora, la prima guerra mondiale, la grande depressione degli anni Trenta e la seconda guerra mondiale. La truppe truppe tedesche occuparono il Medoc nel 1940 e le due tenute Rothschild furono poste sotto amministrazione pubblica.

Dopo la fine della guerra, Elie Robert de Rothschild assume la direzione di Château Lafite-Rothschild e arruolò il più grande enologo in circolazione: Émile Peynaud. Iniziarono i lavori di ricostruzione della tenuta, riportando lustro e prestigio allo Château. Per la prima volta in 80 anni, da quando i Rothschild divennero proprietari della tenuta, nel 1948 fu pagato un dividendo agli azionisti. Il barone Elie è stato una figura fondamentale per riportare Lafite ai vertici mondiali del vino ponendolo tra le etichette più famose e ricercate al mondo. Nel 1975, Elie passa le redini al nipote Eric de Rothschild che subito apporta impulsi nuovi, rinnovando gradualmente l’intera squadra tecnica e gli impianti nei vigneti e con la ristrutturazione della nuova cantina circolare ad opera dall’architetto Ricardo Bofill. Attualmente Château Lafite-Rothschild ha come direttore tecnico Eric Kholer, enologo interno Christophe Congé con consulente esterno Eric Boissenot.

 

Vigneti CHATEAU LAFITE ROTHSCHILD

 

OGGI

I vigneti Château Lafite-Rothschild si estendono per circa 112 ettari, suddivisi in tre aree: la prima rappresentata dai vigneti intorno allo Château stesso; la seconda area coincide con Carruades e l terza a St. Estèphe. I vigneti sono coltivati a Cabernet Sauvignon (71%), Merlot (25%), Cabernet Franc (3%) e Petit Verdot (1%). L’età media delle piante raggiunge i 40 anni di età. La più antica parcella, chiamata la Graviere, ha piante che risalgono alla fine dell’800. Tutte le viti più giovani, di età inferiore ai dieci anni, non vengono utilizzate per il Grand Vin.

La vinificazione è classicamente bordolese: limite di resa 40hl/ha, 4 gradi di pressatura delle uve. La maggior parte del mosto è fermentato in serbatoi di legno. Fermentazione a basse temperature e pochissimi travasi. Fermentazione malolattica in acciaio. Nel 2010 sono stati costruiti serbatoi in cemento destinati al Merlot. Una delle particolarità di molti Château di Bordeaux – e Château Lafite-Rothschild non fa eccezione – è di avere un laboratorio interno per la produzione di barrique. Questo permette di avere un controllo più accurato sui materiali utilizzati per l’affinamento e la possibilità di scegliere un personalissimo grado di tostatura.

L’affinamento ha una durata di massimo 20 mesi e le barrique utilizzate sono sempre e solo nuove. Negli ultimi anni lo château ha scelto di aggiungere un 10% di botti di un fornitore esterno allo Château, così da assicurarsi maggiore complessità.

L’assemblaggio abituale per il primo vino è Cabernet Sauvignon (80-95%), Merlot (5-20%) e Cabernet Franc e Petit Verdot (0-3%). L’annata 1961 è stata prodotta con il 100% di Cabernet Sauvignon. Ogni anno vengono prodotte tra le 15.000 e le 20.000 casse. Il secondo vino si chiama “Carruades de Lafite” e prende il nome da un vigneto che fu fortemente conteso tra le tenute Lafite e Mouton intorno al 1845. Ha un contenuto più elevato di Merlot e matura per 18 mesi in barriques nuove. Ogni anno vengono prodotte tra le 20.000 e le 30.000 casse.

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Il vino è caratterizzato da un’acidità vibrante e una struttura tannica ferma che consente ai vini di invecchiare con grazie e fascino. Se cerchiamo la potenza guardiamo ad altri Château e altri castelli, ma per eleganza e finezza, a Lafite dobbiamo bussare. Vino amato quasi idolatrato in Asia, forse proprio per le sue caratteristiche di accessibilità in gioventù, alla finezza ed eleganza combinate con un significativo potenziale di invecchiamento. Allo Château Lafite-Rothschild sono custodite nella cantina privata, circa 100.000 bottiglie. La più vecchia è della fine del 1700.

Le annate più importanti di Château Lafite-Rothschild:

1847, 1848, 1858, 1864, 1869, 1870, 1876, 1899, 1900, 1906, 1926 e 1929, 1945, 1947, 1949, 1955, 1959, 1960, 1961, 1975, 1976, 1979, 1982, 1985, 1986, 1988, 1989, 1990, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2002, 2003 e 2005.

Château Lafite Rothschild è tra i vini più costosi del mondo. Una bottiglia delle migliori annata può essere venduta all’asta per cifre che si aggirano fra i 100 mila e i 500 mila euro. Per molto tempo, il record è stato detenuto da un’annata del 1787, venduta per 160.000 dollari (105.000 sterline) a un’asta di Christie’s nel 1985. La bottiglia recava le iniziali di Thomas Jefferson: celate per anni dietro un muro e ritrovate a seguito di una ristrutturazione a Parigi (sussistono molti dubbi sull’autenticità di tali bottiglie e della firma del presidente americano). Nel novembre 2010, tale vendita record è stata ampiamente superata da Sotheby’s a Hong Kong che venduto tre bottiglie dell’annata 1869 all’incredibile cifra di 232.692 dollari l’una.

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Iacopo

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