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Grand Echezeaux – Louis Latour 2003

#1 Aprile 2017

Mi è difficile partire proprio da qui perché è stato un amore a prima vista, una cotta adolescenziale, che ti fa annullare tutto il circostante e ti sconvolge anche a distanza di tempo. Il pinot nero, il principe, la divinità, che in questo caso si fa uomo e, discendendo dal Monte Olimpo, si accomoda sonnecchiante sul divano con la vestaglia. Stile bohème, affascinante nella sua maestosa presenza scenica. Un signore risoluto magnificamente borgognone. Al naso si gioca sui terziari. Una tecnica enologica sublime che potrebbe fare storcere il naso ai paladini duri e puri del pinot ma anche per loro sarebbe impossibile non riconoscere la moltitudine di sentori e le sfaccettature di frutta macerata. In bocca è rotondo, vellutato, con una freschezza commovente. Un vino di una purezza adamantina e con una persistenza di straordinario lindore. “Rettitudine e felicità si sono baciate”, così disse il generale durante il brindisi al pranzo di Babette. Ecco questo vino è la sintesi di questo concetto. Rettitudine enologica data dalla genialità del vigneron e l’avvedutezza del negociant insieme ad una piacevolezza esaltata proprio da quella vestaglia e quella postura rilassata, spogliata da un’austerità e un formalismo che sarebbero fuori luogo. Espressivo, curioso, indimenticabile.

#Iacopo

[…]

#_FRAMMENTI